La città è una città. Sopra, arterie d'asfalto. Sotto, vene di plastica. Dappertutto un continuo viavai di corpi lungo strade e attraverso stanze, su e giù per corridoi, ascensori, scale mobili. Seguendole fino in fondo ci si inoltra nel buio rotto dagli squarci al neon delle stazioni, nel buio dove i treni corrono veloci. In una di queste pause luminose, ventuno persone stanno aspettando il convoglio. Nessuno conosce nessuno, nessuno parla. Chi tiene gli occhi chiusi, … mehrchi si ascolta respirare, chi si gratta la barba, chi stringe un sacchetto di nylon, chi si infila le dita nel naso, chi guarda un tipo dal sorriso strano e chi sorride strano... Ciascuno è chiuso nei propri pensieri che, nei dieci minuti d'attesa, prendono la forma di istantanee mentali: quelle che Culicchia, come l'angelo del Cielo sopra Berlino, coglie nei suoi personaggi, frammenti che rappresentano una manciata di esistenze qualsiasi, malate di solitudine e debolezza. Con una sorpresa finale. weniger